Regola di Leibnitz per le derivate d’ordine superiore dei prodotti
Nell’analisi matematica,
la regola del prodotto o regola di Leibniz è una regola di derivazione che nella sua forma generale permette di calcolare qualsiasi derivata -esima del prodotto di funzioni tutte derivabili:
Enunciato semplice
La derivata prima del prodotto di due funzioni derivabili in è uguale al prodotto della prima per la derivata della seconda più il prodotto della seconda funzione per la derivata della prima, che nella notazione di Lagrange
si esprime:
Dimostrazione
Applicando la definizione di derivata ed ipotizzando le funzioni e derivabili in :
Ora sottraiamo e sommiamo la quantità
Raccogliendo e si ottiene
Siccome
le funzioni e sono, per ipotesi, derivabili in , quindi è qui anche continua sia
che
Si conclude che:
e quindi:
come volevasi dimostrare.
La scoperta di Leibniz
La scoperta di questa regola è stata attribuita al matematico Gottfried Leibniz – da cui il nome – che la dimostrò utilizzando il differenziale, utilizzando una sua particolare notazione, come di seguito riportata, in cui
e sono due funzioni di .
Allora
il differenziale di è
Siccome il termine è “trascurabile” in quanto differenziale del second’ordine, Leibniz concluse che
Questo è identico alla forma differenziale della regola del prodotto.
Se si divide entrambi per il differenziale si ottiene
che corrisponde nella notazione di Lagrange a:
Funzioni costanti
Un caso particolare notevole è
la derivata di una funzione per una costante :
ma essendo derivata di una costante allora, per l’annullamento del prodotto, rimane solo il primo termine; quindi
Generalizzazioni
Prodotto multiplo
La regola può essere generalizzata anche per una collezione di funzioni derivabili, ,e dimostrabile con un processo simile a quello già visto ottenendo la regola generale:
-
La derivata del prodotto di n funzioni è uguale alla sommatoria di n addendi ognuno dei quali contenente la derivata dell’n-esima funzione e le restanti non derivate.
più succintamente introducendo la produttoria e considerando le funzioni prive di zeri:
Applicazione polinomiale
Dall’applicazione della precedente si può dimostrare per induzione che
per intero positivo:
in fondo è una produttoria di funzioni uguali tutte uguali a , per cui per la generalizzazione, si otterrà una sommatoria di elementi tutti uguali tra loro:
ora applicando l’ipotesi induttiva del principio di induzione per e ricordando che è uguale a , possiamo riscrivere:
siccome x0 = 1 l’equazione è dimostrata.
Derivate successive
Le derivate successive -sime del prodotto di due funzioni è:
Il primo elemento è il coefficiente binomiale.
Applicazione polinomiale
Proviamo a derivare due volte la funzione usando il fatto che la derivata di è sempre uguale a se stessa.
come prima, per quanto riguarda la derivazione di una funzione a esponente naturale:
Notiamo che con
la notazione di Leibnitz,
le regole del calcolo delle derivate sembrano essere delle semplici regole di calcolo.
L’incremento infinitesimo di f vicino ad un punto x_o é dato dal
differenziale df(x_o)
così che la funzione passa da
f(x_o) a f(x_o) + df(x_o).
°°°°°
(a) Si ha allora per la funzione somma,
d(f +g)(x_o)=(f(x_o) +df(x_o)) + (g(x_o) +dg(x_o))(f(x_o) +g(x_o)) = df(x_o) +dg(x_o)
da cui
(f + g) ‘ (x_o) = d(f + g)(x_o) /dx = df(x_o) + dg(x_o)/ dx = df(x_o) dx + dg(x_o) /dx = f’ (x_o) + g’ (x_o).
(b) Si ha allora per la funzione prodotto,
d(fg)(x_o)=(f(x_o) + df(x_o))(g(x_o) + dg(x_o)) f(x_o)g(x_o) = g(x_o)df(x_o) + f(x_o)dg(x_o) + df(x_o)dg(x_o).
Ricaviamo allora
(fg) ‘ (x_o) = d(fg)(x_o) dx = g(x_o)df(x_o) + f(x_o)dg(x_o) + df(x_o)dg(x_o) /dx = f’ (x_o)g(x_o) + f(x_o)g’ (x_o) essendo la quantità
df(x_o)dg(x_o)/ dx infinitesima e dunque trascurabile.
(c) Si ha allora per la composizione di funzioni
d(g f)(x_o) = g’ (f(x_o))df(x_o) = g’ (f(x_o))f’ (x_o)/dx
da cui
(g f) ‘ (x_o) = d(g f)(x_o)/ dx = g’ (f(x_o))f’ (x_o).
(d) Si ha allora per la funzione inversa invece,
da y = f(x) si ha x = f ^-1(y)
da cui
(f ^-1 )’ (y_o) = dx/ dy = dx /f’ (x_o)dx = 1 /f’ (x_o)
essendo
dy = f’ (x)dx.
I conti precedenti hanno carattere formale:
tuttavia essi mostrano in modo netto l’efficacia della notazione di Leibnitz.
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