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Archivio mensile:aprile 2021

Formula di Taylor

Formula di Taylor

 

 

 

 

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Pubblicato da su 25 aprile 2021 in MATEMATICA

 

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Derivate Parziali

Derivate Parziali

In analisi matematica,

la derivata parziale è una prima generalizzazione del concetto di derivata di una funzione reale alle funzioni di più variabili.

Se per funzioni reali la derivata in un punto rappresenta la pendenza del grafico della funzione (una curva contenuta nel piano ), la derivata parziale in un punto rispetto alla (ad esempio) prima variabile di una funzione  rappresenta la pendenza della retta tangente alla curva ottenuta intersecando il grafico di  (una superficie contenuta nello spazio ) con un piano passante per il punto parallelo al piano .

Come tecnica di calcolo, la derivata parziale di una funzione rispetto a una variabile  (lo stesso discorso può ripetersi per le altre variabili  ecc.) in un punto si ottiene derivando la funzione nella sola variabile , considerando tutte le altre variabili come se fossero costanti.

Definizione

Sia 

 una funzione definita su un insieme aperto dello spazio euclideo 

Dette  e 

 le basi canoniche di  e  rispettivamente,

la funzione può essere scritta nel seguente modo:

La componente -esima della funzione è allora:

Si definisce derivata parziale di  rispetto alla variabile  il limite:

Tale limite è a volte chiamato

limite del rapporto incrementale di  nel punto ,

e viene denotato anche con La derivata parziale di una funzione, o nel caso di funzione vettoriale di una sua componente, si effettua quindi considerando le variabili diverse da quella rispetto a cui si vuole derivare come costanti e calcolandone il rapporto incrementale.

Se una funzione è differenziabile in ,

allora

tutte le derivate parziali esistono in ,

e determinano completamente

l’applicazione lineare che permette di approssimare la funzione nel punto:

dove  si annulla all’annullarsi dell’incremento .

La trasformazione  è rappresentata nella base canonica dalla matrice jacobiana, ed è chiamata derivata della funzione in .

Il calcolo delle derivate parziali può essere svolto tramite il calcolo di derivate ordinarie.

Supponendo di voler calcolare 

si definisce 

Allora:

La derivata parziale di  in  rispetto a  è la derivata che si ottiene considerando la funzione come funzione della sola  e considerando costanti le rimanenti.

Derivate parziali in R2

Si consideri una funzione  con dominio in , insieme formato da tutte le coppie ordinate  con  e con valori in 

Tale funzione in ogni punto  del proprio dominio può essere derivata sia rispetto a :

sia rispetto a :

Se entrambi i limiti esistono finiti,

allora

la funzione  si dice derivabile in .

Il vettore che ha per componenti  e  è detto gradiente della funzione  in 

e si indica

Derivata direzionale

La derivata parziale è un caso particolare di derivata direzionale.

Usando questo concetto si può definire la derivata parziale come:

con 

ovvero il versore -esimo, cioè quel vettore, di modulo unitario, che ha tutte le componenti nulle tranne la -esima che è uguale a .

Notazioni

La notazione più comune fa uso del simbolo  simile alla  usata nella notazione di Leibniz per la derivata di funzioni di una variabile.

Altre notazioni per indicare la derivata di  rispetto alla prima variabile () sono:

dove l’ultima notazione fa uso dei cosiddetti multiindici.

Derivate parziali di ordine superiore

Le operazioni di derivazione possono essere applicate anche alle funzioni ottenute come derivate parziali di una data funzione.

Si possono definire quindi derivate parziali di ordine superiore al primo.

Si distingue a questo punto tra derivate parziali pure, quelle ottenute derivando ripetutamente sempre rispetto alla stessa variabile, e derivate parziali miste, cioè quelle in cui le variabili di derivazione non sono sempre le stesse.

Un importante risultato, noto come teorema di Schwarz,

afferma che se le derivate miste di second’ordine sono continue allora l’ordine di derivazione è ininfluente (cioè derivare prima rispetto  e poi rispetto  porta allo stesso risultato di derivare prima rispetto a  e poi rispetto ).

Continuità delle derivate parziali

Se una funzione  ha le derivate parziali prime continue nel suo dominio in ,

si dice che è

una funzione di classe  (si legge funzione di classe C uno in ).

In generale per un qualsiasi intero positivo  se tutte le derivate parziali di ordine minore o uguale a  della funzione sono continue nell’insieme di definizione , si dice che

 è di classe 

Un punto  di una superficie di equazione , si dice punto semplice se le tre derivate parziali della funzione sono continue e non nulle.

Se invece

le derivate rispetto alle tre variabili sono nulle, oppure una non esiste, il punto si dice singolare.

 

 

 

 

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Pubblicato da su 24 aprile 2021 in MATEMATICA

 

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Derivata esterna

Derivata esterna

In geometria differenziale,

la derivata esterna estende il concetto di differenziale di una funzione a forme differenziali di ordine maggiore.

La forma attualmente usata della derivata esterna è dovuta ad Élie Cartan.

Definizione

La derivata esterna di una forma differenziale di grado  è una forma differenziale di grado .

Derivata esterna di una funzione

Sia  una funzione liscia (cioè una 0-forma).

La derivata esterna di  è il differenziale  di , ovvero l’unica uno-forma tale che per ogni campo vettoriale  si abbia , dove  è la derivata direzionale di  in direzione .

Derivata esterna di una k-forma

La derivata esterna è definita come l’unica trasformazione lineare a valori reali che mappa k-forme in (k+1)-forme tale da soddisfare le seguenti proprietà:

  •  è il differenziale di  per  funzione liscia.

  •  per ogni funzione liscia .

  • , con  una p-forma.

La seconda proprietà vale in un contesto più generale, poiché  per ogni k-forma , mentre

la terza proprietà implica, come caso particolare, che

se  è una funzione e  una k-forma allora  poiché le funzioni sono forme di grado zero.

Derivata esterna in coordinate locali

In un sistema di coordinate locale  si considerino i differenziali , che costituiscono un insieme di uno-forme.

Dato un insieme di indici , con  e , la derivata esterna di una k-forma:

su  è definita nel modo seguente:

Per una generica k-forma:

con , la definizione è estesa per linearità.

La definizione mostrata in coordinate locali segue dalla definizione precedente. Infatti, sia:

allora si ha:

dove  è interpretata come una zero-forma, alla quale sono applicate le proprietà della derivata esterna.

Formula invariante

Si può trovare una formula esplicita per la derivata esterna di una k-forma  quando si considerano k+1 campi vettoriali lisci :

dove  sono le parentesi di Lie, e il cappello denota l’omissione di un dato elemento:

In particolare, per 1-forme si ha:

dove  e  sono campi vettoriali.

La derivata esterna nel calcolo vettoriale

Diversi operatori utilizzati nel calcolo vettoriale sono casi speciali della nozione di differenziazione esterna, o ne hanno una stretta relazione.

Gradiente

Una funzione liscia  è una 0-forma.

La sua derivata esterna è la 1-forma:

In altre parole, la forma  agisce su ogni campo vettoriale  restituendo in ogni punto il prodotto scalare di  con il gradiente .

La 1-forma  è una sezione del fibrato cotangente che produce un’approssimazione lineare locale di  nello spazio cotangente ad ogni punto.

Divergenza

Un campo vettoriale  su  possiede una corrispondente (n-1)-forma:

dove  denota l’omissione di tale elemento. L’integrale di  su un’ipersuperficie è il flusso di  attraverso tale ipersuperficie.

La derivata esterna di tale (n-1)-forma è la n-forma:

Rotore

Un campo vettoriale  su  possiede una corrispondente 1-forma:

Localmente,  è il prodotto interno con , e l’integrale di  lungo un cammino è il lavoro meccanico compiuto “contro”  lungo il cammino.

Se n=3, la derivata esterna di  è la 2-forma:

 

 

 

 

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Pubblicato da su 23 aprile 2021 in MATEMATICA

 

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Forma differenziale

Forma differenziale 

In geometria differenziale e nel calcolo differenziale a più variabili,

una forma differenziale è un particolare oggetto che estende la nozione di funzione a più variabili.

Su una varietà differenziabile, ad esempio un aperto dello spazio euclideo , una forma differenziale  ha una dimensione  minore o uguale a .

Per questa ragione, viene anche indicata brevemente come -forma.

Nel caso , la forma  è un’ordinaria funzione.

In generale,

la proprietà che caratterizza  è la possibilità di effettuare l’integrale di  su un qualsiasi oggetto geometrico , di analoga dimensione , di una generica varietà differenziabile.

Il risultato di questa integrazione è indicato con

Pertanto,

una 1-forma è integrabile su una curva,

una 2-forma su una superficie,

e così via.

Le 1-forme sono di fondamentale importanza in molti settori dell’analisi matematica,

e

in particolare in analisi complessa.

Definizione

In molti contesti, per utilizzare le forme differenziali è sufficiente basarsi su una definizione simile a quella di polinomio: una forma differenziale è semplicemente una scrittura formale di un certo tipo.

Si definiscono quindi operazioni come quella di somma, prodotto e integrale su un insieme opportuno.

Le forme differenziali possono però essere definite in modo più intrinseco usando l’algebra lineare ed i concetti di tensore e fibrato tangente.

In questo modo le forme risultano definite in contesti più ampi: ad esempio, il loro dominio non è necessariamente un aperto di , ma una qualsiasi varietà differenziabile.

Definizione come scrittura formale

Sia  un aperto di . Sia  un intero con

Una forma differenziale è una scrittura del tipo:

dove

è una funzione differenziabile e:

è chiamato prodotto wedge o prodotto esterno, da non confondere con il prodotto vettoriale , che viene talvolta indicato con lo stesso simbolo del prodotto wedge e chiamato anch’esso prodotto esterno, ma che non gode delle stesse proprietà.

In particolare,

il prodotto wedge è associativo,

il prodotto vettoriale no.

A volte, per brevità, i simboli  sono omessi.

Esempi

Una 0-forma è semplicemente una funzione differenziabile definita su .
Una 1-forma in  si scrive come

dove le  sono opportune funzioni differenziabili.

Per esempio

le scritture seguenti sono 1-forme definite su .

dove nel primo esempio, i coefficienti sono funzioni costanti.
Una 2-forma in  si scrive come

Per esempio

la scrittura seguente è una 2-forma su :

In generale

una -forma su  si scrive sempre usando un unico addendo

dove  è una funzione differenziabile.

Definizione come tensore

Una forma è una sezione liscia della -esima algebra esterna del fibrato cotangente di una varietà differenziabile :

In altre parole, per ogni punto  di  è data una funzione multilineare antisimmetrica

dove  è lo spazio tangente a  in .

La funzione  varia in modo liscio (cioè è differenziabile infinite volte) al variare di .

Equivalentemente,

 è un campo tensoriale che associa ad ogni punto  di  un tensore antisimmetrico di tipo .

Ad esempio,

una 1-forma è un campo tensoriale di tipo , cioè una sezione del fibrato cotangente.

Aperti dello spazio euclideo

Se  è un insieme aperto di , in ogni punto lo spazio tangente  è identificato con .

La base canonica per  induce quindi una base per lo spazio vettoriale  del tipo

dove l’elemento  rappresenta una particolare funzione multilineare antisimmetrica.

Quindi l’elemento  è descritto univocamente come combinazione lineare di elementi di questa base

tramite dei coefficienti

che variano in modo liscio rispetto a .

La definizione qui introdotta coincide quindi con quella formale descritta precedentemente.

Ad esempio,

se  allora

è lo spazio duale dei funzionali lineari su  e  è la base duale  della base canonica. Una 1-forma associa ad ogni punto  un funzionale lineare.

Carte

Se  è una varietà qualsiasi, fissata una carta intorno ad un punto , ogni -forma  è rappresentata come sopra.

La rappresentazione dipende ovviamente dalla carta scelta.

Operazioni algebriche

Somma e prodotto per scalare

Due -forme possono essere sommate, dando luogo ad una nuova -forma. Una -forma può inoltre essere moltiplicata per uno scalare.

Con queste operazioni l’insieme delle -forme su un aperto  forma uno spazio vettoriale.

Prodotto esterno

Il prodotto esterno

di una -forma  e di una -forma  è una -forma.

L’operazione di prodotto è definita svolgendo il prodotto usando le usuali relazioni fra somma e prodotto presenti in un anello, quali la proprietà distributiva del prodotto con la somma e la proprietà associativa del prodotto esterno.

Per definizione, il prodotto esterno non è però commutativo ma anticommutativo; vale cioè la relazione seguente:

La proprietà anticommutativa implica che

I coefficienti dei  però commutano fra loro e con i .

Ad esempio,

se

sono una 1-forma e una 2-forma su ,

il loro prodotto esterno è

Esiste una versione del prodotto esterno nel caso in cui  e  siano definiti come tensori.

Tale definizione sfrutta il prodotto tensoriale , ma non è ad esso equivalente.

Ad esempio,

nel caso in cui  e  sono due 1-forme, è definita nel modo seguente

Nel caso generale la definizione è un po’ più complicata:

Proprietà

Il prodotto wedge è associativo:

per questo motivo si possono omettere le parentesi nella scrittura.

Il prodotto è distributivo rispetto alla somma (sia a destra che a sinistra):

L’anticommutatività usata nella definizione si estende al prodotto di due forme qualsiasi di tipo  e , con un segno che però dipende dal prodotto :

Derivata di una forma differenziale

La derivata di una -forma è una -forma.

Questa è chiamata a volte differenziale o derivata esterna.

La derivata esterna  di una -forma differenziale

è la -forma

Proprietà

La derivata esterna di una 0-forma, cioè di una funzione differenziabile, coincide con il differenziale della funzione.

La derivazione esterna è un’operazione lineare.

In altre parole,

dove però  sono scalari e non funzioni.

Rispetto al prodotto esterno si comporta nel modo seguente:

Infine,

la proprietà forse più importante della derivazione è la seguente

che segue dal teorema di Schwarz.

Forme chiuse ed esatte

Una forma differenziale  è chiusa se la sua derivata esterna è nulla:

Ad esempio,

ogni forma avente coefficienti costanti è chiusa.

Una -forma  è invece esatta se esiste una -forma  tale che

La forma  è detta primitiva di .

Le forme differenziali chiuse e le forme differenziali esatte sono rispettivamente nel nucleo e nell’immagine della derivata esterna.

Poiché , ogni forma esatta è chiusa.

D’altra parte, esistono forme chiuse che non sono esatte: l’esistenza di queste forme dipende fortemente dalla topologia dell’aperto  di definizione.

A tal proposito, il lemma di Poincaré stabilisce che se  è un sottoinsieme aperto e contraibile allora ogni p-forma differenziale chiusa e liscia definita su  è una forma differenziale esatta per ogni intero .

Forme lineari

Una 1-forma differenziale

è chiusa se e solo se vale l’uguaglianza

per ogni .

Forme lineari e domini semplicemente connessi

La condizione di chiusura è di tipo locale (alcune uguaglianze devono essere verificate puntualmente), mentre quella di esattezza è di tipo globale (esistenza di una primitiva definita su tutto l’aperto ).

La differenza fra le due condizioni dipende dalle differenze fra proprietà locali e globali dell’aperto , ovvero dalla sua topologia.

Se  è semplicemente connesso, allora ogni 1-forma chiusa è esatta.

Questo accade ad esempio se  è la parte interna di un disco o di un più generale insieme convesso o stellato in .

In questo caso le proprietà topologiche globali non sono molto differenti da quelle locali.

D’altra parte, la forma seguente

definita nell’aperto del piano

è chiusa ma non esatta. L’aperto  non è semplicemente connesso: ha un “buco”, ed il suo gruppo fondamentale è .

Questa forma è nota come “vortice”, per la particolare forma assunta dai vettori del campo vettoriale associato.

Forme lineari e analisi complessa

Le 1-forme nel piano  sono uno strumento fondamentale dell’analisi complessa.

Dopo aver identificato  con il piano complesso , è possibile definire una 1-forma complessa

a partire da una qualsiasi funzione

definita su un aperto  del piano complesso.

Si tratta di un’usuale 1-forma, avente però come coefficienti delle funzioni a valori complessi invece che reali.

Tale strumento si rivela utile per il fatto seguente: se  è una funzione olomorfa su un aperto  del piano, allora la forma  risulta essere chiusa.

Inoltre  è esatta con primitiva  se e solo se  è anch’essa olomorfa con derivata complessa  pari a .

In questo contesto risulta più semplice costruire una forma chiusa ma non esatta. La forma

definita sull’aperto

è chiusa (perché  è olomorfa) ma non esatta: la funzione  non ammette infatti una primitiva su tutto , ma solo in un suo qualsiasi sottoinsieme semplicemente connesso.

In altre parole, il logaritmo complesso, naturale candidato come primitiva di , può essere definito solo localmente (oppure globalmente come funzione polidroma): ciò è a sua volta riconducibile al fatto che la funzione esponenziale complessa non è iniettiva.

Valgono le uguaglianze seguenti

che mostrano che l’esempio dato precedentemente di forma chiusa ma non esatta è (a meno di segno) la parte immaginaria di .

Integrazione di una forma differenziale

La proprietà più importante che caratterizza una -forma è il fatto che possa essere integrata su una qualsiasi sottovarietà differenziabile  di dimensione  dell’aperto  su cui è definita.

L’integrale di  è indicato con il simbolo

ed il risultato di questa operazione è un numero reale.

Se , la forma è una funzione,  è un’unione di punti e l’integrale di  su  è semplicemente la somma dei valori di  assunti sui punti.

In generale la forma è del tipo

Se  ha una parametrizzazione del tipo

con  variabile in un dominio  di , l’integrale è definito come[1]

dove

è il determinante dello jacobiano.

Con questa definizione, il risultato dell’integrale non dipende dalla parametrizzazione scelta, a meno di segno.

Per ottenere un segno univoco si deve fissare un’orientazione su  e considerare solo le parametrizzazioni che preservano l’orientazione.

Se la sottovarietà  è orientabile ma non ha una parametrizzazione globale (ad esempio, un toro in ), l’integrale su  è definito come somma di integrali su parametrizzazioni locali disgiunte (mantenenti l’orientazione) che coprono  a meno di un insieme di misura nulla.

Proprietà di base

Valgono le proprietà seguenti.

Come tutti gli integrali, l’integrale su due oggetti disgiunti è la somma degli integrali su ciascuno:

L’integrale è inoltre lineare (i coefficienti  sono costanti):

L’integrale cambia di segno se l’orientazione della varietà è modificata:

Teorema di Stokes

Il teorema di Stokes esprime una relazione fondamentale fra la derivazione esterna e l’integrazione.

Se  è una  forma con supporto compatto su una varietà con bordo compatta , vale la relazione

Il teorema di Stokes implica il fatto seguente: l’integrale di una -forma esatta su una varietà chiusa è nullo.

In questo caso infatti il bordo non esiste e quindi il secondo termine è zero.

Integrale di linea

Una 1-forma  è integrabile su una qualsiasi sottovarietà orientata di dimensione 1, cioè una curva . L’integrale di  lungo  può essere calcolato con la formula seguente:

e non dipende dalla particolare parametrizzazione della curva (cambia di segno se la parametrizzazione cambia l’orientazione).

Nel caso in cui l’aperto  sia contenuto nel piano , la forma è del tipo

e l’integrale si calcola nel modo seguente:

L’integrale di linea è uno strumento strettamente collegato alle nozioni di forma chiusa e esatta.

Valgono infatti i fatti seguenti.

  • Se  è esatta, l’integrale di  su una curva chiusa qualsiasi è nullo. Questo discende dal teorema di Stokes.

  • Conseguentemente, se  è esatta, l’integrale su una curva non chiusa dipende solo dai suoi estremi.

Ad esempio,

la funzione  su  non è esatta, poiché

per ogni curva  avente indice di avvolgimento 1 con l’origine.

 

 

 

 

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Pubblicato da su 22 aprile 2021 in MATEMATICA

 

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Regole di differenziazione

Regole di differenziazione

In analisi matematica,

la regola della catena è una regola di derivazione che permette di calcolare la derivata della funzione composta di due funzioni derivabili.

Definizione

La derivata della funzione composta è il prodotto tra la derivata della funzione esterna, avente come argomento la funzione interna, per la derivata della funzione interna:

Le notazioni  e indicano il medesimo significato di derivata.

La formula è valida anche per funzioni di più variabili reali e per funzioni vettoriali.

Il teorema di derivazione delle funzioni composte afferma che se:

è un vettore di  le cui componenti sono funzioni derivabili:

e

se  è una funzione differenziabile in , allora la funzione composta:

è differenziabile nella variabile  e si ha:

dove  è il gradiente di 

 è il prodotto scalare euclideo.

Ad esempio,

se  è una funzione di due variabili composta dopo la funzione vettoriale , cioè , allora:

Inoltre, se  e  sono due funzioni vettoriali differenziabili componibili, allora:

dove  è la moltiplicazione di matrici e  è la matrice jacobiana di .

Dimostrazione

Sia, per non appesantire la notazione, , da cui Definiamo ora

È dunque

Inoltre,

per l’ipotesi di derivabilità di , è

Esaminiamo ora il rapporto incrementale di 

Spezzando la frazione,

abbiamo

E quindi passando al limite

 cvd.

Dimostrazione con “o” piccolo

Si considerino due funzioni 

e

la funzione composta 

allora è possibile scrivere i rapporti incrementali delle funzioni in questo modo:

A questo punto si passa alla riscrittura di  tenendo conto che  quindi si ha:

Si ricorda che  quindi si ha:

Da cui si opera una sostituzione  ed  e si scrive:

Da qui chiamo  ed inoltre 

Il teorema è dimostrato

Osservazioni

che è utile per fissare mnemonicamente il risultato (come se il  si “semplificasse” nelle due frazioni), anche se ovviamente non costituisce una dimostrazione.

  • Applicando la formula iterativamente si può calcolare la derivata di una composizione di tre o più funzioni. Ad esempio:

e così via.

Esempio

Sia Allora:

e

Derivate successive

L’estensione della formula al calcolo delle derivate successive si deve a Faà di Bruno.

In particolare,

se possiedono tutte le derivate necessarie,

allora risulta:

 

 

 

 

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Pubblicato da su 21 aprile 2021 in MATEMATICA

 

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