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Archivi giornalieri: 13 luglio 2014

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Studio di funzione reale II_j

Funzioni reali di variabile reale

7.13.- Studio di funzioni reali.-

12.- COSTRUZIONE DEI GRAFICI DELLE FUNZIONI SECONDO I LORO PUNTI CARATTERISTICI.-

Tutti gli strumenti fin qui forniti vengono utilizzati per lo studio di una funzione reale di variabile reale, nel quale essi trovano la loro più completa applicazione. Diamo di seguito uno schema generale che permette di ottenere le informazioni necessarie per la costruzione del gra fico.

Campo di esistenza

Le nozioni acquisite nei primi giorni di luglio riguardo le proprietà delle funzioni algebriche e trascendenti, ci consentono ora di esplicitare le condizioni necessarie affinchè una funzione reale di variabile reale possa esistere. Si tratta, in generale, di risolvere un sistema di disequazioni del tipo:

C.E. :

  • ogni denominatore deve essere diverso da zero

  • ogni radicando con indice di radice pari deve essere maggiore o uguale a zero

  • ogni argomento di logaritmo deve essere maggiore di zero

  • ogni argomento di arcoseno o arcocoseno deve essere compreso fra -1 e 1, estremi inclusi.

Simmetrie e periodicità

A questo punto va controllato se la funzione data gode di simmetrie elemetari e/o di periodicità mediante l’utilizzo delle relative defi nizioni.
Ricordiamo la de finizione di funzione pari, ossia con grafi co simmetrico rispetto all’asse delle ordinate:
f(-x) = f(x); ∀x ∈ C.E.
e di funzione dispari, ossia con gra fico simmetrico rispetto all’origine:
f(-x) = .f(x); ∀x ∈ C.E.
Naturalmente, qualora il C.E. della funzione non sia un insieme simmetrico rispetto allo 0, non ha alcun senso controllare se la funzione é pari o dispari. In questa sede non consideriamo simmetrie diverse da quelle elemenatri viste sopra perché di trattazione meno immediata.
Ricordiamo la defi nizione di funzione periodica di periodo T:
f(x + kT) = f(x); ∀x ∈C.E.; ∀k ∈Z
Qualora la funzione risulti periodica é sufficiente studiarla e disegnarne il gra co all’interno di un periodo opportunamente scelto.

Segno della funzione

Studiare il segno della funzione data signi fica ricavare dove risulta:

f(x) > 0
f(x) = 0
f(x) < 0

e a tale scopo é sufficiente, per il principio di esclusione, risolvere, per esempio, la sola disequazione

f(x) ≥ 0

Vengono così determinati gli eventuali punti di intersezione del grafi co della funzione data con l’asse delle ascisse e le regioni del piano nelle quali esso deve trovarsi. A questo livello é interessante cercare anche l’eventuale punto di intersezione del grafi co della funzione data con l’asse delle ordinate.

Limiti e asintoti

Vanno calcolati i limiti negli eventuali punti di discontinuità e, se necessario, sulla frontiera del C.E.. Si possono presentare alcuni casi notevoli:

1. se risultaAVallora la funzione ha un asintoto verticale  (A.V.) di equazione:   x = c
2. se risultaAOallora la funzione ha un asintoto orizzontale (A.O.) di equazione:  y = k

3. se risultaAOBallora la funzione potrebbe avere un asintoto obliquo (A,OB.) di equazione : y = mx + q

se Ame AqA tal proposito può essere interessante cercare le eventuali intersezioni del gra fico con gli asintoti orizzontali e obliqui.

Derivata prima e segno relativo

Va calcolata la derivata prima f'(x) della funzione data e di questa va studiato il segno; studiare il segno della derivata prima signi ca ricavare dove risulta

f'(x) > 0
f'(x) = 0
f'(x) < 0

e a tale scopo e sufficiente, per il principio di esclusione, risolvere, per esempio, la sola disequazione

f'(x) ≥ 0

Vengono così determinati, come dimostrato nella seconda conseguenza del Teorema di Lagrange, gli intervalli in cui la funzione e crescente (f'(x) > 0), decrescente (f'(x) < 0) e i punti a tangente orizzontale (f'(x) = 0). Detta c l’ascissa di uno di tali punti, quindi f'(c) = 0, e supposto che la funzione data sia continua in un intorno di c, con riferimento a tale intorno si possono presentare le seguenti situazioni:

1. se f cresce in un intorno sinistro di c e decresce in un intorno destro di c allora f ammette in c un punto di massimo relativo M(c; f(c));

2. se f decresce in un intorno sinistro di c e cresce in un intorno destro di c allora f ammette in c un punto di minimo relativo N(c; f(c));

3. se f cresce in un intorno sinistro di c e cresce in un intorno destro di c allora f ammette in c un punto di  esso ascendente F(c; f(c)) a tangente orizzontale;

4. se f decresce in un intorno sinistro di c e decresce in un intorno destro di c allora f ammette in c un punto di  esso discendente F(c; f(c)) a tangente orizzontale.

Piu in generale, diremo che la funzione f ammette in c un punto di massimo relativo (o locale) se esiste un intorno di c in cui risulta f(x)  f(c); cio implica che vi possono essere punti di massimo relativo a tangente non orizzontale, addirittura di non derivabilita. Analogamente per il minimo relativo.

Nell’ipotesi in cui la funzione abbia in c un punto di continuità ma dubbia derivabilità, é necessario calcolare il limite :lf'per ottenere informazioni sul comportamento della funzione in prossimità di c attraverso la pendenza
delle tangenti.

Derivata seconda e segno relativo

Va calcolata la derivata seconda f”(x) della funzione data e di questa va studiato il segno; studiare il segno della derivata seconda signi fica ricavare dove risulta

f”(x) > 0
f”(x) = 0
f”(x) < 0

e a tale scopo e sufficiente, per il principio di esclusione, risolvere, per esempio, la sola disequazione

f”(x) ≥ 0

Vengono così determinati, come é senz’altro possibile dimostrare ma esula dagli obiettivi di questo lezione, gli intervalli in cui la funzione volge la concavità verso l’alto (corrispondenti alle zone in cui risulta f”(x) > 0), volge la concavità verso il basso (corrispondenti alle zone in cui risulta f”(x) < 0) e i punti in cui la derivata seconda si annulla. Detta c l’ascissa di uno di tali punti, quindi f”(c) = 0, e supposto che la funzione data sia continua in un intorno di c, con riferimento a tale intorno si possono veri care le seguenti situazioni:

1. se f volge la concavita verso l’alto in un intorno sinistro di c e volge la concavita verso il basso in un intorno destro di c allora f ammette in c un punto di  flesso F(c; f(c)) o di cambio di concavità.

2. se f volge la concavità verso il basso in un intorno sinistro di c e volge la concavità verso l’alto in un intorno destro di c allora f ammette in c un punto di  flesso F(c; f(c)) o di cambio di concavità.

Se invece nell’intorno di c, ove risulti sempre f”(c) = 0, non c’e cambio di concavità, allora signi ca che in c la funzione ha un punto di massimo o di minimo relativo; in questo caso esso deve essere stato già scoperto con lo studio della derivata prima.

Ricordiamo che la funzione può avere un punto di  flesso anche se non ammette in esso derivate prima e seconda (come gia visto nel caso di  flessi a tangente verticale). In fine, puo essere richiesto di calcolare l’equazione della retta tangente al gra fico della funzione in un punto di  flesso; essa, come già visto in precedenza, é data da:

t_F : y – f(c) = f'(c)(x – c)

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Grafici di Alcune funzioni:

y = f(x) Razionale Intera

Sia fla sua derivata prima f’f'la sua derivata seconda f”f''Grafico di y=f(x)

Funzione Razionale

y = f(x) Razionale Frazionaria

Sia fla sua derivata prima f’f'

la sua derivata seconda f”f''

Grafico di y=f(x)

funzione iperbolegrafico 2

ffrattay = f(x) Irrazionalefunzione irrazionale y = f(x) Esponenziale

Siaf1grafico y=f(x)

fla sua derivata prima f’f'1

grafico y’=f'(x)

f'

la sua derivata seconda f”f''1

grafico y”=f”(x)

f''

y = f(x) Logaritmica

Siaf1grafico y=f(x)

f

 la sua derivata prima f’f'1grafico y’=f'(x)

f'

la sua derivata seconda f”f''1grafico y”=f”(x)

f''

y = f(x) Trigonometrica

 

y = f(x) Trigonometrica


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Studio di funzione reale II_j

 

…Seguirà…

… Esercitazione… Studio di una Funzione Reale di Variabile Reale

 
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Pubblicato da su 13 luglio 2014 in MATEMATICA

 

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